Il giudice nazionale e l’obbligo di interpretare il proprio diritto in maniera conforme al diritto dell’Unione

L’obbligo di interpretazione conforme ha assunto nel tempo un ruolo essenziale nell’opera di adeguamento del diritto nazionale ai contenuti e agli obiettivi dell’ordinamento dell’Unione, soprattutto nelle ipotesi in cui la normativa nazionale non assicuri in maniera precisa l’attuazione del diritto dell’Unione. Nondimeno, pur rappresentando una tecnica di adattamento oramai acquisita, esso non manca di costituire, ancora oggi, uno dei principi più delicati e “complicati da maneggiare” per i giudici, soprattutto per quanto concerne i limiti al suo utilizzo e il rapporto con gli altri rimedi utili a garantire il primato. Le considerazioni che seguono ripercorrono le tappe dello sviluppo dell’interpretazione conforme nella giurisprudenza della Corte di giustizia, mettendo in evidenza gli aspetti più critici della sua applicazione, per poi verificare se e come le Corti supreme del nostro ordinamento adempiono all’obbligo prescritto dal giudice dell’Unione.

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The duty of consistent interpretation has, over time, assumed an essential role in the work of adapting national law to the content and the objectives of EU law, especially in cases where national legislation does not accurately ensure its implementation. Nonetheless, although it represents a technique of adaptation that is now well-established, it does not fail to constitute, even today, one of the most sensitive and tricky principles for judges, especially with regard to the limits to its use and the relationship with other useful remedies to ensure EU law primacy. The following considerations trace the stages of the development of consistent interpretation in the case law of the Court of Justice, highlighting the most critical aspects of its application, and then examinate whether and how the Italian supreme courts fulfill the obligation prescribed by EU law.

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