Sfruttamento centralizzato dei diritti audiovisivi calcistici in Italia e regole antitrust europee: profili problematici

Abstract (ITA)

Tra i temi affrontati dalla sentenza Superleague della Corte di giustizia UE, meno esplorata dalla dottrina appare la questione relativa alle modalità di commercializzazione dei diritti audiovisivi calcistici. Eppure si tratta di un tema fondamentale nell’ambito dell’organizzazione dei tornei calcistici, non soltanto per la rilevanza economica di tale attività in quanto principale fonte di finanziamento delle competizioni, ma per gli effetti giuridici nei confronti di un’ampia schiera di terzi che tale attività produce (essendo coinvolti broadcasters, piattaforme on-line, attori dell’advertising e, soprattutto, consumatori appassionati di calcio).

In linea con l’assunto della piena inclusione delle attività sportive nell’ambito di applicazione delle norme antitrust UE, i giudici di Lussemburgo dichiarano espressamente che un sistema di negoziazione individuale rappresenterebbe la modalità più concorrenziale di sfruttamento; eventuali deroghe devono essere interpretate e applicate in modo restrittivo.

Conseguentemente l’articolo si occupa di esplorare i possibili profili di incompatibilità del sistema di gestione centralizzato, istituito in Italia dal cd. decreto Melandri, rispetto sia ai parametri antitrust per come interpretati dalla Corte di giustizia sia ad una serie di principi evincibili dalla disciplina UE in materia di gestione collettiva dei diritti connessi.

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Abstract (ENG)

Among the themes addressed by the Superleague ruling of the EU Court of Justice, one less explored appears to be the issue related to the commercialization methods of football audiovisual rights. Yet, this is a fundamental topic in the organization of football competitions, not only due to the economic significance of such activity as the main financial source, but also due to the legal effects it produces on a wide range of third parties involved (including broadcasters, online platforms, advertising stakeholders, and, above all, end-users).

In accordance with the full inclusion of sports activities within the scope of EU antitrust rules, the judges in Luxembourg explicitly state that an individual negotiation system would represent the most competitive model of exploitation; any exceptions must be interpreted and applied restrictively.

That said, the essay is intended to explore the possible incompliance of the centralized management system, established in Italy by the so-called Melandri decree, both with the antitrust parameters as interpreted by the Court of Justice and with a series of principles arising from the EU legal framework on collective management of related rights.

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