G. Lattanzi, M. Maugeri, G. Grasso, L. Calcagno, A. Ciriello (a cura di), Il diritto europeo e il giudice nazionale, Giuffré, Milano, 2023, Voll. I, II.I, II.II

Piero Calamandrei, nel suo celebre Elogio dei giudici scritto da un avvocato, menzionava l’insensibilità come un’umana debolezza che può anche perdonarsi all’uomo comune e persino al funzionario pubblico qualunque, ma che appare invece «inconcepil[e] in un magistrato». Ebbene, allo studioso di diritto europeo (in senso lato) parrebbe inconcepibile che un giudice oggi si dimostrasse insensibile alla complessità delle sfide che coinvolgono il diritto dell’Unione Europea, la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e i loro rispettivi rapporti col diritto interno, e a come tali sfide richiedano un approccio pienamente collaborativo e coordinato da parte delle magistrature domestiche. In questo contesto il ruolo del giudice nazionale ed il dialogo tra le corti nazionali e le corti europee sono fondamentali per il progresso del processo di integrazione europea, per la tutela dei diritti umani, la salvaguardia dell’effettività del diritto inter/sovranazionale e la coerenza nella sua applicazione, aspetti quest’ultimi essenziali per evitare disparità tra i consociati nei diversi ordinamenti interni. Pertanto, giudici nazionali sensibili a (e consapevoli di) queste tematiche non possono che facilitare la collaborazione e la reciproca comprensione tra i diversi livelli giurisdizionali, contribuendo in ultimo alla legittimità delle decisioni che assumono nei confronti di cittadini e imprese.

Per questi motivi, ed altri su cui ci si soffermerà più avanti, l’opera di recente pubblicazione Il diritto europeo e il giudice nazionale, promossa dalla Scuola Superiore della Magistratura e curata da Giorgio Lattanzi, Marisaria Maugeri, Gianluca Grasso, Lorenza Calcagno e Antonella Ciriello, è particolarmente meritoria e rappresenta un’imponente risorsa non solo per i giudici italiani, ma anche per tutti gli studiosi del diritto europeo, fornendo una prospettiva esaustiva sulle molteplici sfaccettature che caratterizzano le relazioni tra l’ordinamento giuridico italiano e gli ordinamenti dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa, nonché tra i rispettivi sistemi giurisdizionali.

La divisione in tre volumi dell’opera riflette la complessità degli argomenti trattati ed è un esempio di organizzazione logica e progressiva, che guida il lettore consentendogli di beneficiare di un’analisi approfondita senza perciò sacrificare la coesione generale dell’opera.

In estrema sintesi, il primo volume, intitolato “Il Diritto dell’Unione Europea e il Ruolo del Giudice Nazionale” e coordinato da Michele Graziadei, Celestina Iannone, Bruno Nascimbene, Luigi Salvato ed Enzo Vincenti, introduce il lettore al sistema ordinamentale dell’Unione Europea e al ruolo cruciale che il giudice nazionale ricopre in detto sistema. La suddivisione dei contributi consente di isolare alcuni blocchi tematici che esprimono ognuno una diversa dimensione partecipativa delle giurisdizioni interne – dal giudice comune al giudice delle leggi – alle dinamiche ordinamentali dell’UE, evidenziando: il ruolo del giudice nazionale nell’applicazione diretta e indiretta del diritto dell’Unione; il ruolo propulsivo del giudice nazionale nello sviluppo ermeneutico del diritto dell’Unione; il ruolo della cooperazione transfrontaliera tra giudici nazionali, sia in ambito civile che penale. Degna di nota è anche la parte del volume dedicata alle testimonianze di autorevolissimi esponenti delle giurisdizioni domestiche ed europee, che arricchiscono l’opera da un punto di vista pratico, fornendo un collegamento tangibile tra la teoria normativa e la sua applicazione concreta.

Il secondo ed il terzo volume, numerati rispettivamente II.I e II.II ed entrambi coordinati da Guido Alpa, Giacinto Bisogni, Margherita Cassano, Maria Giuliana Civinini, Lorenzo D’Ascia, Piero Gaeta e Alberto Giusti, offrono una visione chiara dei principi e dei meccanismi che regolano il funzionamento del sistema CEDU, nonché il rapporto tra quest’ultimo e il sistema giuridico interno. Anche in questi volumi il focus è ovviamente sul ruolo del giudice nazionale (definito “primo garante dei diritti convenzionali”), che viene raffigurato come soggetto titolare di obblighi e poteri interpretativi con riferimento alla CEDU e alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo. Il secondo volume, in particolare, offre una chiave di lettura critica della giurisprudenza della Corte EDU e del modo in cui principi quali quello di sussidiarietà, proporzionalità, interpretazione “convenzionalmente” conforme e discrezionalità influenzano il giudice nazionale nel suo ruolo di tutore dei diritti umani. Il terzo volume si concentra, invece, sull’interpretazione e applicazione della Convenzione nella giurisprudenza della Corte di Cassazione italiana. La suddivisione delle tematiche tra diritto e processo civile, da un lato, e diritto e processo penale, dall’altro, offre una visione completa del dialogo tra la CEDU e la giurisdizione nazionale, agevolando al contempo il percorso di chiunque voglia approfondire una o l’altra dimensione del tema principale. La profondità con cui gli autori esaminano l’impatto della CEDU sulla tutela di particolari diritti o di particolari categorie di portatori di diritti (quali ad esempio i minori, i detenuti o i lavoratori), contribuisce ad un aggiornamento essenziale per chiunque si occupi di fattispecie che attengono al rispetto (o alla violazione) dei diritti umani sanciti dalla Convenzione europea.

L’opera (disponibile in formato elettronico scaricabile gratuitamente sul sito della Scuola; non è ancora disponibile in edizione cartacea) si distingue per la chiarezza espositiva, che rende accessibili al lettore anche gli argomenti più complessi, e l’approccio pratico, mantenendo però allo stesso tempo un rigore accademico assoluto. La scelta di focalizzarsi sul ruolo del giudice nazionale nell’interpretare e applicare il diritto europeo conferisce un taglio originale ai vari contributi, colmando un’importante lacuna del dibattito scientifico perfettamente colta nella prefazione al primo volume. Anche per la scelta delle singole tematiche trattate, l’opera si posiziona al centro del dibattito giuridico contemporaneo, affrontando questioni, tanto di carattere materiale quanto processuale, di notevole rilevanza, attualità e complessità, quali, ad esempio, le nuove modalità di costituzione della filiazione, il trattamento dei migranti, la violenza di genere, i contro-limiti e la doppia pregiudizialità (costituzionale ed europea); tutte tematiche che influenzano la prassi giudiziaria e la costruzione di nuove prospettive interpretative. In questo senso si può affermare che il principale merito degli Autori risieda nel rassicurare il giudice che ancora esita ad aprirsi con fiducia ai principi che governano un sistema giuridico e giurisdizionale europeo multilivello troppo spesso mal compreso, per timore che ciò possa condurre ad una marginalizzazione (se non persino esautorazione) della Costituzione, della Corte costituzionale e del Parlamento nazionale. Qui emerge davvero il pregio dell’opera, che grazie ai suoi numerosi e qualificati contributori dimostra appieno l’importanza per gli operatori giuridici – e i giudici in primo luogo – di comprendere e padroneggiare correttamente le regole poste dai diversi livelli del sistema ed i principi di coesistenza dei vari livelli, evitando possibili errori di interpretazione o casi di giustizia denegata dipendenti da una scarsa o limitata familiarità con le logiche normative e processuali inter/sovranazionali. Ciò consente di ambire a promuovere una giurisprudenza domestica più attenta e in sintonia con la complessità della realtà giuridica europea contemporanea.

Preziosa, in tal senso, risulta oltretutto l’illustrazione delle diverse fonti di cognizione del diritto dell’Unione (Sezione V del Volume I), che offre una panoramica completa delle risorse a disposizione dei giudici nazionali per conoscere, interpretare ed applicare correttamente il diritto dell’Unione in quanto giudici dell’Unione e non solo nell’Unione, e delle modalità di reperimento dei precedenti giurisprudenziali della Corte EDU (Sezione I, parte III, cap. IX del Volume II.I).

In conclusione, Il diritto europeo e il giudice nazionale rappresenta un essenziale contributo all’avanzamento degli studi giuridici, offrendo un’analisi ricca e approfondita delle tematiche affrontate e ponendosi come un riferimento imprescindibile per chiunque si occupi, a qualunque titolo, di diritto dell’Unione e della CEDU. La chiarezza della struttura e la profondità dell’analisi rendono l’opera un validissimo riferimento non solo per i magistrati, ma anche per studenti, accademici e tutti gli altri praticanti del diritto, fornendo loro uno strumento eccezionale per comprendere e anticipare le sfide future nell’evoluzione del diritto europeo e nella protezione dei diritti umani in Europa.

Francesco Deana

Ricercatore a tempo determinato di tipo B in Diritto dell’Unione Europea

Università degli Studi di Udine


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