L’autonomia del diritto dell’Unione e l’esecuzione dei lodi arbitrali ICSID: spunti di riflessione alla luce della sentenza Commissione c. Regno Unito e Irlanda del Nord

Abstract

La sentenza della Corte di giustizia nella causa Commissione europea c. Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (C-516/22), del 14 marzo 2024, letta anche alla luce delle Conclusioni dell’Avvocato Generale Emiliou, del 9 novembre 2023, permette di svolgere alcune considerazioni critiche sulla portata giuridica dell’art. 4, 3° c., TUE e sull’art. 351 TFUE rispetto all’obbligo per gli Stati membri dell’UE di riconoscere e dare esecuzione ad un lodo arbitrale ICSID. In questa sentenza, la protezione del principio di autonomia del diritto dell’UE da parte della Corte di giustizia gioca un ruolo fondamentale per arrivare ad affermare l’incompatibilità dell’esecuzione dei lodi arbitrali nell’UE e l’esclusività della giurisdizione del giudice dell’Unione in materia di investimenti internazionali. In questo contrasto tra obblighi dell’UE e obblighi internazionali, la Corte appare abbracciare, seppur implicitamente, un ragionamento che, in funzione dell’autonomia del diritto dell’Unione, finisce per condurre ad una interpretazione e applicazione circolare dell’art. 344 del TFUE. La sentenza in commento consente di esemplificare i rischi che gli Stati membri possono correre qualora non vengano applicati opportuni meccanismi di coordinamento tra l’ordinamento dell’UE e quello internazionale.

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The Judgment of the Court of Justice in the case of European Commission v. United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland (C-516/22), dated 14 March 2024, when considered alongside the Opinions of Advocate General Emiliou, dated 9 November 2023, allows for critical reflections on the scope of Art. 4, Par. 3, TEU and Art. 351 TFEU regarding the obligation of EU Member States to recognize and enforce an ICSID arbitral award. In this Judgment, the protection of the principle of autonomy of EU law by the Court of Justice plays a fundamental role in affirming the incompatibility of enforcing arbitral awards within the EU and the exclusivity of the jurisdiction of the Union’s judiciary in matters of international investments. In this conflict between EU obligations and international obligations, the Court appears to adopt, albeit implicitly, a reasoning that, based on the autonomy of EU law, ultimately leads to a circular interpretation and application of Art. 344 TFEU. The Judgment under review exemplifies the risks that Member States may face if appropriate coordination mechanisms between the EU legal order and the international legal order are not applied.

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