Abstract

Il presente studio ha avuto come oggetto una “rilettura” delle condizioni di impugnativa degli atti dell’Unione europea da parte dei ricorrenti non privilegiati, nel più ampio contesto dell’accesso alla giustizia. Sono state messe in rilievo le condizioni restrittive applicate dalla giurisprudenza con riferimento al c.d. direct and individual concern. Allo stesso tempo, si è cercato di mettere in rilevo le criticità riguardanti l’impugnativa degli atti che non comportano misura di esecuzione, quale ulteriore ipotesi normativa di impugnativa introdotta dal Trattato di Lisbona. La seconda parte dell’indagine ha cercato di evidenziare come, per alcuni ricorrenti non privilegiati, in particolare gli enti regionali o per i portatori di interessi diffusi in materia di clima, sia possibile immaginare una diversa portata interpretativa delle condizioni, specialmente con particolare riferimento al direct and individual concern, fuoriuscendo dalla logica restrittiva del Plaumann test.

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The present study has had as its object a “reinterpretation” of the conditions for challenging European Union acts by non-privileged applicants, in the broader context of access to justice. The restrictive conditions applied by jurisprudence were highlighted with reference to the so-called direct and individual concern. At the same time, an attempt was made to underline the critical issues regarding the challenge of acts that do not entail implementing measures, as a further regulatory hypothesis of appeal introduced by the Treaty of Lisbon. The second part of the investigation tried to stress how, for some non-privileged applicants, in particular regional authorities or for widespread climate stakeholders, it is possible to imagine a different interpretative scope of the conditions, especially with particular reference to the direct and individual concern, escaping from the restrictive logic of the Plaumann test.

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