Pieralberto Mengozzi, L’idea di solidarietà nel diritto dell’Unione europea, Bologna University Press, 2022, pp. 1-321

Il volume, fresco di pubblicazione, di Pieralberto Mengozzi, dedicato a “L’idea di solidarietà nel diritto dell’Unione europea”, si colloca in un filone dottrinario di recente “esplosione” in Italia e in Europa.
Sebbene il concetto non fosse estraneo all’ordinamento europeo ad avesse ampiamente ispirato la politica regionale e quella di coesione, infatti, non pochi autori hanno rilevato per decenni, in diversi settori, ma soprattutto quelli della politica migratoria e della politica economica, una distanza non indifferente tra le statuizioni e i fatti. Il riferimento nel TFUE ad uno spirito di solidarietà (art.122) o addirittura ad un principio di solidarietà (art.80) non bastano a fugare il dubbio che il valore della solidarietà menzionato all’art.2 del TUE non sia di fatto molto più che un abitante del platonico mondo delle idee, un’indicazione sulla bussola dell’Unione che non basta a consentirle di mantenere la rotta.
Condividiamo quindi la ricostruzione di Pieralberto Mengozzi che non ravvisa, come altri autori prima di lui, un principio generale in questo valore dell’Unione. La sua dettagliata analisi e il paziente lavoro ricostruttivo – che percorre tutta la giurisprudenza rilevante e le più recenti evoluzioni normative attraverso diversi ambiti e politiche dell’Unione- supportano questa conclusione, che offre un complemento a valide analisi di carattere più settoriale pubblicate negli ultimi anni.
E tuttavia, non vi è chi non rilevi il cambiamento di rotta dalla crisi finanziaria del 2010 alla crisi post-pandemica del 2021 ed oggi alla crisi energetica. Il passaggio da un’emergenza occasionale, di natura economico-finanziaria ad una serie di emergenze senza soluzione di continuità ha probabilmente contribuito a questo cambiamento di prospettiva, ben illustrato dal Next Generation EU, tanto da far parlare di svolta neokeynesiana nella costituzione economica dell’Unione. Tale assunto sembra tuttavia insufficiente a dimostrare l’esistenza di un principio orizzontale di solidarietà come ben illustrato dalla crisi migratoria che sembra ormai essersi cronicizzata.
Se le crisi sono il banco di prova della solidarietà esterna e interna dell’Unione – pensiamo anche all’evoluzione della protezione civile europea ed alla clausola di solidarietà di cui all’art.222 – la realtà dei fatti dimostra che c’è crisi e crisi. Non possiamo che concludere, con Pieralberto Mengozzi, che si tratti più di idea che di principio, atta a sostanziarsi in principio, settorialmente e quando esigenze e incontri di volontà tra Stati membri lo consentono. Il contributo del Giudice di Lussemburgo è certamente una cartina di tornasole e a tratti anche un propellente del processo di integrazione europea, segnatamente attraverso l’interpretazione che dà ai valori e principi fondanti, e bene fa l’autore a metterne in evidenza il ruolo. Tuttavia, la centralità del legislatore non può essere negata laddove occorra uno sviluppo normativo per dare sostanza alle basi giuridiche offerte dai trattati. L’esperienza dimostra che le divergenze in seno al Consiglio su temi centrali quali l’accoglienza (o non accoglienza) dei migranti non possono essere compensate dalle migliori intenzioni delle istituzioni sovranazionali.
La riflessione su un tema così importante come la solidarietà nell’Unione e il dialogo serrato attraverso un ricco apparato di note, con la dottrina italiana ed europea, ci fanno apprezzare questo contributo al vivace dibattito in corso. Speriamo contribuisca ad una futura centralità della solidarietà in uno scenario che cominciamo purtroppo a considerare di “crisi permanente”.


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