Nuova agenda europea sulla sicurezza

Il 28 aprile scorso la Commissione, sulla base dell’impegno assunto dal Presidente Jean-Claude Juncker negli Orientamenti politici, proposti in data 14 luglio 2014 in qualità di candidato alla Presidenza, ha presentato al Parlamento europeo in sessione plenaria una nuova agenda per affrontare le minacce alla sicurezza interna dell’Unione europea, nel periodo 2015-2020.

Tale documento sostituisce la precedente strategia, adottata il 22 novembre 2010, per il periodo 2010-2014 e ha lo scopo di coordinare la tutela della sicurezza interna all’Unione, che deve essere garantita in primo luogo dagli Stati membri, ma anche mediante un coordinamento sovranazionale a causa delle frequenti problematiche transfrontaliere.

L’azione della Commissione è finalizzata a creare uno spirito di fiducia reciproca tra gli Stati membri e le autorità ivi presenti, facilitare la cooperazione e lo scambio di informazioni e svolgere un’azione comune per affrontare minacce in evoluzione – come hanno dimostrato purtroppo i recenti fatti di cronaca – quali quelle del terrorismo, della criminalità organizzata e della criminalità informatica.

Le principali azioni contenute nell’agenda sono: l’aggiornamento della decisione quadro sulla lotta al terrorismo, la lotta alla radicalizzazione,  la cooperazione tra le autorità competenti in Europa (in particolare le unità nazionali di informazione finanziaria, che saranno collegate a Europol e coopereranno nella tracciatura dei flussi di denaro) per contrastare il finanziamento del terrorismo e migliorare la confisca dei beni derivati da attività criminali, il rafforzamento del quadro giuridico sulle armi da fuoco per contrastarne il traffico illegale e la riattivazione,  nonché degli strumenti di lotta alla criminalità informatica, il miglioramento della capacità di Europol (l’Ufficio di Polizia Europeo) anche attraverso la creazione di un centro anti terrorismo europeo in aiuto all’agenzia e il miglioramento della cooperazione operativa tra le autorità di polizia e giudiziarie degli Stati membri.

Nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri, ormai terminato il periodo transitorio previsto dal protocollo 36, allegato al TUE e TFUE (v. post di Chiara Amalfitano), la priorità consisterà nell’applicazione dell’intera gamma degli strumenti disponibili per lo scambio di informazioni, nelle attività di formazione e ricerca, nella cooperazione operativa tra le autorità di polizia e giudiziarie degli Stati membri (nonché con le agenzie dell’UE) e nella realizzazione delle proposte legislative ancora in sospeso (come il progetto di direttiva sul codice di prenotazione dell’UE e la riforma della protezione dei dati).

Si deve poi segnalare l’esistenza, dal luglio 2013, del progetto di istituire un grande organo inquirente (Procura europea v. post di Sofia Monici),  ai sensi dell’art. 86 TFUE, che sia abilitato a svolgere indagini in tutti gli Stati membri, la cui competenza é limitata al perseguimento di reati che ledono interessi finanziari dell’Unione, ma che potrebbe essere estesa “alla lotta contro la criminalità grave che presenta una dimensione transazionale” (paragrafo 4), tra cui gli atti di terrorismo.

Al fine di contrastare le gravi e complesse minacce in tema di sicurezza che colpiscono gli Stati membri, la Commissione invita quindi il Parlamento europeo ed il Consiglio ad approvare, in vista del prossimo Consiglio europeo del giugno 2015, questa agenda che valorizza la cooperazione e l’azione congiunta tra le istituzioni, gli Stati membri, le agenzie e tutti gli attori competenti della società civile, e che delinea un programma condiviso dell’Unione europea.


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