Mobility in the Legal Profession

Abstract

The article addresses the subject of mobility within the legal profession, engaging a broad comparative perspective and taking into account the impact of multiple factors.

The topic is introduced by considering briefly the historical case of the forced emigration of German Jewish jurists to the United States during the Third Reich. Then, turning to the current day, the mobility within the legal profession is analysed from two different perspectives:

1)- The free movement of lawyers within the European Union. Starting from the examination of the European case law and the Lawyers’ Service Directive and the Lawyers’ Establishment Directive, the paper highlights the critical, open issues related to the notion of European lawyer, the problems raised by the potential abuse of the system, and the inherent barriers against which the migration of lawyers clashes.

2)- The voluntary mobility within the world of legal academia. While legal academia is very international and European in its outlook, network and connections, the practical implementation of the internationalisation/Europeanisation is still inadequate, and the academic market is less open than it appears to be at first sight. There is in fact a certain “insularity” within faculties of law, as the German example clearly shows.

The essay goes on to reflect on the need to build the figure of a “European” or “global jurist” as a cosmopolitan, multilingual individual familiar with different legal cultures and not concerned with national borders.

L’articolo affronta il tema della mobilità nelle professioni legali attraverso una prospettiva comparata e tenendo conto dell’impatto di molteplici fattori.

Abstract

L’argomento viene introdotto considerando brevemente il caso storico dell’emigrazione forzata dei giuristi tedeschi di origine ebrea negli Stati Uniti durante il Terzo Reich. Quindi, volgendo l’attenzione ai giorni nostri, la mobilità nelle professioni legali viene analizzata da due diversi punti di vista:

1)- La libera circolazione degli avvocati all’interno dell’Unione europea. Prendendo le mosse dall’esame della giurisprudenza europea e delle direttive sull’esercizio della libera prestazione di servizi e sul diritto di stabilimento da parte degli avvocati, l’articolo pone in evidenzia le criticità legate alla nozione di avvocato europeo, i problemi sollevati dal potenziale abuso del sistema e le barriere intrinseche contro cui si scontra ancora oggi la migrazione degli avvocati.

2)- La mobilità volontaria nel mondo accademico. Mentre l’accademia del diritto appare molto internazionale ed europea per mentalità, reti e connessioni, dal punto di vista pratico la sua internazionalizzazione/europeizzazione è ancora inadeguata ed il mercato accademico è meno aperto di quanto non sembri a primo acchito. Esiste infatti una certa “insularità” delle facoltà di giurisprudenza, come chiaramente mostra l’esempio tedesco.

Il saggio mira a riflettere sulla necessità di costruire la figura di un “giurista europeo o globale” inteso come un individuo cosmopolita e multilingue che abbia familiarità con culture giuridiche diverse e che sia sganciato dai confini nazionali.

Peril testo integrale dell’articolo clicca qui


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