Le conclusioni dell’AG Ćapeta in Commissione c. Ungheria e l’uso a sé stante dell’art. 2 TUE
Il contributo analizza criticamente le conclusioni dell’Avvocata Generale Ćapeta nella causa Commissione c. Ungheria, relativa alla cosiddetta “legge sulla propaganda”, che si iscrive in un più ampio processo di “stigmatizzazione” delle persone LGBTQIA+. Secondo l’AG, tale normativa rappresenterebbe una “negazione” dei valori fondamentali dell’Unione, tale da giustificare un inadempimento fondato sull’art. 2 TUE. Gli autori ricostruiscono le principali argomentazioni sviluppate nelle conclusioni e ne discutono i presupposti giuridici e le implicazioni costituzionali, mettendo in luce i limiti teorici e pratici dell’uso a sé stante dell’art. 2 TUE.
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This contribution offers a critical analysis of Advocate General Ćapeta’s opinion in the case Commission v Hungary concerning the so-called ‘Propaganda Law’. This law is part of a wider process of stigmatising LGBTQIA+ individuals. According to the AG, the legislation constitutes a ‘negation’ of the Union’s fundamental values and thus justifies an infringement based on Article 2 TEU. The authors reconstruct the main arguments set out in the opinion, examining their legal basis and constitutional implications while highlighting the theoretical and practical limitations of relying on Article 2 TEU as a self-standing ground of infringement.
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