I vizi dell’atto ed alcune recenti pronunce della Corte di giustizia dell’Unione europea

L’articolo analizza i motivi di impugnazione degli atti dell’Unione, elencati al par. 2 dell’art. 263 TFUE, che, pur riprendendo quasi pedissequamente il par. 2 dell’art. 230 TCE, è destinato a trovare un’applicazione da parte del giudice dell’Unione diversa rispetto al passato, almeno sotto certi aspetti, in virtù delle diverse novità che il Trattato di Lisbona ha apportato all’ordinamento dell’Unione nel suo complesso. Scopo del lavoro è dunque quello di evidenziare le caratteristiche principali dei singoli motivi di impugnazione, i cd. vizi dell’atto, rilevando le più significative novità riscontrabili nella loro applicazione da parte della Corte di Giustizia, anche nell’ambito del rinvio pregiudiziale di validità, che ha assunto, fra i rimedi giurisdizionali contro l’illegittimità degli atti dell’Unione, una posizione di grande importanza.

 

The article focuses on the grounds of review of EU legal acts, listed in article 263 (2) TFEU, which, despite reproducing almost slavishly article 230 (2) of the EC Treaty, is deemed to find a different application by the EU judge as compared to the past, at least in some respects, namely by virtue of the different innovations brought to EU Law by the Lisbon Treaty. The article intends to analyse the main features of the grounds of review, highlighting the most significant innovations with regard to their application by the Court of Justice, even in the context of the preliminary reference procedure, which has increasingly assumed a position of great importance among the legal remedies available against the illegitimacy of EU acts.

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