Camilla Burelli
Nata nel 1992, ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano nel marzo 2017, discutendo una tesi in diritto dell’Unione europea dal titolo “Le misure di esecuzione ai sensi dell’articolo 263, quarto comma, TFUE. Effettivo ampliamento della legittimazione a impugnare dei soggetti privati?” (relatore Prof. Massimo Condinanzi), riportando la votazione di 110 cum laude.
Durante gli studi ha svolto un periodo di ricerca presso il Centre de droit européen dell’Università Panthéon Assas di Parigi.
Da maggio 2017 collabora con le cattedre di diritto dell’Unione europea presso il Dipartimento di diritto pubblico italiano e sovranazionale dell’Università degli Studi di Milano, dove nel 2022 si è addottorata con una tesi dal titolo “La discrezionalità della Commissione europea nella gestione delle procedure di infrazione” (tutor Prof.ssa Chiara Amalfitano). Nel 2020 ha prestato servizio in qualità di esperta presso la Struttura di missione per le procedure di infrazione del Dipartimento per le Politiche Europee presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Da settembre 2021 è assegnista di ricerca in diritto dell’Unione europea presso l’Università degli Studi di Milano.
Articoli pubblicati su Eurojus:
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Premessa Un apporto in termini di trasparenza e conoscibilità dell’operato della Commissione nella sua funzione di “custode dei trattati” proviene dalle relazioni annuali sull’applicazione del diritto dell’Unione, come noto pubblicate annualmente a partire dal 1983 l’anno successivo a quello di riferimento. La prassi prese avvio a seguito della risoluzione del Parlamento europeo sulla responsabilità degli Stati membri in ordine all’applicazione e al rispetto del diritto comunitario, con la quale il Parlamento invitava «[...] la Commissione a presentare ogni anno un rapporto scritto su tutte le infrazioni al trattato commesse dagli Stati membri, indicando quali organi nazionali [avessero] violato il diritto comunitario e in quale fase si [trovasse] la procedura» (spec. punto 17). In effetti, nella seconda relazione annuale al Parlamento sul controllo dell’applicazione del diritto comunitario del 1984 si legge: «La presente relazione tende ad una migliore informazione del Parlamento europeo e viene ad aggiungersi alle iniziative prese dalla Commissione per realizzare una maggiore trasparenza.
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In data 8 giugno 2021, il Tribunale ha pronunciato un’ordinanza che merita di essere quantomeno segnalata per la portata innovativa […]
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