Abstract:

This paper focuses on the controversial debate related to the Italian ratification of Protocol no. 16, recently animated by the decision of Italian Chamber of Deputies to postpone the ratification: behind that parliamentary decision there is a lively discussion around the role of the Italian constitutional Court and the fear of problematic relationships between the request to the ECtHR for an advisory opinion and the incidental question of constitutionality, in cases of potential violation of the Convention by national law . The main argument alleged against ratification is the risk to turn Strasbourg judge into a “European Constitutional Supreme Court”.

The analyses seeks to answer whether these dangers are overstimated and concludes in favor of including Italian Constitutional Court among the highest courts that may request an advisory opinion. The new mechanism could strengthen virtuous forms of cooperation between judges, allowing to bring to the attention of ECtHR interpretative questions that move and take into account the specificities of Italian legal system.

Abstract:

Lo scritto prende spunto dalla recente decisione della Camera dei Deputati di separare i destini delle leggi di autorizzazione alla ratifica di due Protocolli aggiuntivi alla Cedu, il n. 15 e il n. 16 e ripercorre il dibattito che ha condotto ad un’intenzionale battuta d’arresto all’ingresso nel nostro ordinamento del meccanismo consultivo previsto dal Protocollo 16.

Il contributo esamina in particolare le audizioni che si sono svolte in sede parlamentare e il contenuto del disegno di legge relativo alla ratifica del Protocollo 16 e li colloca all’interno delle relazioni tra ordinamento interno e ordinamento Cedu come precisate dalla giurisprudenza della Corte costituzionale. Tale quadro induce a ritenere che gli argomenti contrari alla ratifica, che fanno leva sul rischio che il nuovo meccanismo consultivo renda la Corte Edu una super Corte costituzionale, sembrano in larga parte sovrastimati, a fronte dell’opportunità di attivare un canale diretto Roma-Strasburgo che consentirebbe di sottoporre quesiti legati alla specificità dell’ordinamento italiano.