L’Europa e lo sport: Convegno “Vent’anni dalla sentenza Bosman. 1995-2015”

Lo scorso venerdì, 20 novembre 2015, si è tenuto presso l’Università degli Studi di Bergamo il V Convegno L’Europa e lo sport – Profili giuridici, economici e sociali, organizzato dal Professor Stefano Bastianon, dedicato alla sentenza Bosman: “Vent’anni dalla sentenza Bosman”. Infatti, nonostante la Corte di giustizia dell’Unione europea sia stata coinvolta fin dagli anni ’70 nelle vicende correlate all’ambito sportivo (sentenze Walrave e Donà), nell’ambito dei rapporti tra il settore sportivo e l’Unione europea, la Bosman (15 dicembre 1995) rappresenta ancora oggi la più nota pronuncia della Corte di giustizia in materia di attività sportiva. La rilevanza di tale sentenza, peraltro, non deve essere ravvisata soltanto nei principi di diritto enunciati dalla Corte, già in parte noti dalle precedenti sentenze della Corte, ma da come tali principi siano stati applicati a un settore – in particolare quello del calcio professionistico europeo- rimasto sino ad allora immune dal diritto dell’Unione europea. Non solo, ma proprio negli anni ’90, sia in Italia sia in Europa il calcio stava continuando ad acquisire una rilevanza economica senza precedenti, grazie anche all’affermarsi delle televisioni a pagamento, che tanto hanno contribuito a modificare le abitudini di tutti coloro che si interfacciavano con il mondo del calcio. L’importanza della sentenza Bosman è, inoltre, indubbiamente collegata al fatto che le due regole UEFA, ritenute dalla Corte di giustizia incompatibili con i principi in materia di libera circolazione delle persone, rivestivano, per il settore del calcio professionistico, un’enorme rilevanza economica e sociale. La regola sui trasferimenti, infatti, costituiva per le società calcistiche un’importante fonte di ricavi (c.d. indennità di trasferimento) , mentre la regola sugli stranieri (c.d. 3+2) rappresentava la risposta del settore calcistico al problema della tutela dei vivai giovanili.

A distanza di ormai vent’anni, pertanto, la sentenza Bosman continua a mantenere intatta tutta la sua attualità, come dimostra il fatto che ad essa vengano ricondotti i due principali problemi del calcio professionistico europeo, quali, da un lato, l’aumento del numero di calciatori stranieri nei campionati nazionali e, dall’altro lato, l’aumento del potere contrattuale dei calciatori.

La UEFA ha cercato di porvi rimedio attraverso la regola sui calciatori localmente formati (passata al vaglio della Corte di giustizia con la sentenza Bernard del 16 marzo 2010) e la disciplina sul fair-play finanziario (al centro dell’attenzione mediatica e giuridica degli ultimi anni).

Ma gli attuali problemi sono davvero tutti riconducibili alla sentenza Bosman o vi sono altri fattori che vi hanno contribuito?

Per questi motivi una rilettura della sentenza Bosman a distanza di vent’anni consente di coglierne pienamente, e con maggiore lucidità, la portata giuridica, economica e sociale, offrendo lo spunto per una riflessione a più ampio respiro sul fenomeno sportivo nel nuovo contesto delineato dal Trattato di Lisbona, che per la prima volta contiene uno specifico riferimento allo sport all’interno dei Trattati all’art. 165 TFUE.

Dopo l’apertura dei lavori e i saluti istituzionali del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bergamo, del Professor Bruno Nascimbene dell’Università degli Studi di Milano, responsabile del Centro J. Monnet e direttore di Eurojus, del delegato provinciale Coni Bergamo Giuseppe Pezzoli e del Presidente del Panathlon International Club di Bergamo Attilio Belloli, la prima sessione presieduta dal Professor Nascimbene è stata interamente dedicata all’analisi della sentenza Bosman e degli effetti giuridici ed economici derivanti dalla stessa.

L’analisi si è sviluppata dapprima attraverso le Conclusioni dell’Avvocato generale C.O. Lenz, presentate pubblicamente il 20 settembre del 1995. L’importanza di dette conclusioni non risulta solo dalle 109 pagine, suddivise in tre parti e in 287 punti, ma dall’aver affrontato la questione sia a livello procedurale che sostanziale.  Tale tema, doveva essere affrontato dal Professor Carlo Curti Gialdino, professore dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, già referendario in Corte di giustizia del Giudice Giuseppe Federico Mancini, giudice relatore della sentenza Bosman, sostituito dalla Dott.sa Ginevra Greco, dottoranda di ricerca presso l’Università degli Studi di Padova. L’analisi si è, poi, concentrata sulla sentenza: ha svolto una relazione in proposito il Dr. Vittorio Di Bucci direttore del Servizio Giuridico della Commissione europea, già referendario in Corte all’epoca della sentenza. Fra i molti profili esaminati, vi è quello relativo al c.d. verdetto annunciato. Il dottor Di Bucci ha chiarito che, malgrado potesse sembrare, all’epoca, un verdetto scontato, alla luce della precedente giurisprudenza, tuttavia lo era solo in parte, poiché si riteneva, in Corte, che il caso non potesse nemmeno arrivare a sentenza, per un possibile accordo stragiudiziale tra le parti in causa.

La seconda parte della mattinata è stata dedicata agli effetti giuridici ed economici della sentenza Bosman sia nel mondo del calcio, con l’intervento del Professor Bastianon, sia al di fuori del contesto calcistico con la relazione del Professor Luigi Fumagalli, professore all’Università degli Studi di Milano e arbitro TAS.  Il Professor Fumagalli ha sottolineato gli effetti della sentenza Bosman anche attraverso tutte le altre sentenze della Corte di giustizia che hanno portato al vaglio della normativa europea  sport diversi dal calcio, in particolare con riferimento al problema se esista o non, e con quali limiti una specificità dello sport.

L’intervento del Professor Bastianon, attraverso un’analisi dettagliata dei dati concreti riguardanti i massimi campionati nazionali più importanti all’interno dell’Unione europea, ha cercato di approfondire se effettivamente tutti i risultati fossero dovuti solo alla sentenza Bosman. Un’analisi più ampia di dette problematiche la si ritrova nel  volume, presentato al Convegno, dal titolo “La sentenza Bosman vent’anni dopo”.

La seconda sessione presieduta dal Professor Enrico Lubrano dell’Università LUISS G. Carli, si è soffermata più sui profili pratici della sentenza e quindi sugli effetti della sentenza e il suo accoglimento da parte delle società sportive: in questa prospettiva si colloca l’intervento dell’Avvocato Fabio Fazzo dello Studio Legale Cantamessa, che si è occupato anche dell’influenza e l’interdipendenza degli effetti sulle televisioni a pagamento, nate proprio, come già sottolineato dal Professor Bastianon (e ampiamente oggetto di esame nel volume citato), negli anni ’90. Sul tema si è intrattenuto un esperto del settore quale il Dottor Luca Sanfilippo, Executive Vice President and General Counsel Sky Italia.

Gli ultimi due interventi si sono concentrati sull’analisi dei rimedi che la UEFA ha posto in essere per cercare di limitare le “storture” attuali del calcio europeo, in particolare attraverso l’analisi della normativa del fair-play finanziario: gli interventi sono stati svolti dal Dottor Giorgio Marchetti, Direttore competizioni UEFA e dal Professor Umberto Lago dell’Università degli Studi di Bologna.


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