Le conclusioni dell’Avvocato Generale sul caso Haqbin C-233/18: la revoca delle condizioni materiali di accoglienza del minore straniero non accompagnato è una sanzione legittima o una violazione irragionevole dei diritti del minore?

Prendendo le mosse dalla presentazione delle conclusioni dell’Avvocato generale Manuel Campos Sànchez-Bordona dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 6 giugno 2019, relative alla causa Zubair Haqbin contro Federal Agentschap voor de opvang van asielzoekers, questo contributo si propone di analizzare in che modo possa essere legittimamente applicato l’articolo 20, paragrafo 4, della Direttiva 2013/33/UE, in merito alla previsione di sanzioni applicabili al minore straniero non accompagnato qualora egli tenga un comportamento scorretto e/o violento all’interno del centro di accoglienza presso il quale è ospitato. La questione si presenta delicata dal momento in cui la sanzione si è declinata nel caso di specie in una totale privazione del minore delle condizioni materiali di accoglienza, la quale potrebbe rappresentare una violazione del “tenore di vita dignitoso” che gli Stati membri sono obbligati a garantire in ogni caso al richiedente asilo, a maggior ragione se egli, in quanto minore non accompagnato, è persona vulnerabile e quindi destinatario di maggiori garanzie non solo in forza del diritto dell’Unione Europea ma anche e soprattutto del diritto internazionale. Alla luce delle numerose garanzie previste dalla normativa vigente in tema di tutela del minore non accompagnato, le quali si riflettono anche in recenti pronunce della Corte EDU e del Comitato Europeo sui diritti sociali, le sanzioni che gli Stati membri hanno diritto di applicare per tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico all’interno e fuori dai centri di accoglienza devono necessariamente raccordarsi con l’effetto utile delle stesse nonché con la tutela della dignità umana e la protezione del minore, anche se quest’ultimo è reo di comportamenti scorretti, violenti o comunque violativi delle regole del centro di accoglienza ospitante.

 

Building on the opinion of the Advocate General Manuel Campos Sànchez-Bordona delivered on 6 June 2019, relating to the Zubair Haqbin case against Federal Agentschap voor de opvang van asielzoekers, this paper aims to analyze how article 20, paragraph 4 of Directive 2013/33/EU can be legitimately applied, with regard to the provision of sanctions applicable to unaccompanied foreign child if he behaves incorrectly and / or violently within the reception center where he is hosted. The issue is peculiar because of the sanction, in this particular case, was declined in a total deprivation of the material reception conditions, which could represent a violation of the “dignified standard of living” that the Member States are obliged to guarantee in any case to the asylum seeker, all the more so if he, as an unaccompanied minor, is a vulnerable person and therefore he had right to greater guarantees, not only by virtue of European Union Law but also and above all of International Law. About of the many guarantees provided for by current legislation on the protection of unaccompanied minors, which are also reflected in recent judgements by the EDU Court and the European Committee on Social Rights, the sanctions that Member States have the right to apply to protect the security and public order inside and outside the reception centers must necessarily be linked to the “useful effect” as well as to the protection of human dignity and the protection of the child, even if the child is guilty of incorrect, violent behavior or he had violated the rules of the host reception center.

 

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