La Commissione e le nuove sfide nell’era digitale: un pacchetto di strumenti per modernizzare i sistemi giudiziari nell’Unione europea

1. È del 2 dicembre 2020 la comunicazione Digitalizzazione della giustizia nell’Unione europea. Un pacchetto di opportunità, con la quale la Commissione affronta il tema della modernizzazione, in un’ottica digitale, dei sistemi giudiziari dei 27 Stati membri dell’Unione europea.

2. L’obiettivo finale della Commissione è, in linea generale, quello di aumentare l’efficacia dei sistemi giudiziari, nonché di migliorare e facilitare l’accesso alla giustizia da parte dei cittadini e delle imprese.

In particolare, la comunicazione si propone di perseguire una duplice finalità: da un lato, a livello nazionale, mira a sostenere gli Stati membri per garantire il progresso dei singoli sistemi giudiziari nazionali, rafforzando la cooperazione e l’adozione di soluzioni digitali da parte delle diverse autorità giudiziarie nazionali, avvantaggiando così soprattutto cittadini e imprese; dall’altro lato, a livello europeo, intende invece rendere più efficiente la cooperazione giudiziaria transfrontaliera tra le autorità competenti.

3. La Commissione ha inteso perseguire i predetti obiettivi mediante la predisposizione di un vero e proprio pacchetto di strumenti atti a garantire – come dichiarato dalla Vicepresidente per i Valori e la trasparenza Vēra Jourová – che i sistemi giudiziari nazionali possano essere costantemente al passo con la trasformazione digitale e sempre più rispondenti alle esigenze dei cittadini.

4. In un simile contesto, pare innanzitutto importante premettere, a sostegno della centralità e della rilevanza del tema, che la digitalizzazione della giustizia e, più in generale, delle pubbliche amministrazioni, è da tempo uno dei principali obiettivi nel mirino delle istituzioni dell’Unione.

Basti ricordare, ad esempio, tra i più recenti sforzi già compiuti in tale direzione dalla stessa Commissione, la Relazione di previsione strategica 2020, nella quale è statariconosciuta la necessità e la rilevanza di una efficace e rapida trasformazione digitale dei sistemi di giustizia.

Allo stesso modo possono menzionarsi: la Risoluzione del Parlamento europeo del 17 aprile 2020 in tema di contrasto alla pandemia da Covid-19; il documento del Consiglio europeo Una tabella di marcia per la ripresa – Verso un’Europa più resiliente, sostenibile ed equa,approvato il 23 aprile 2020 e le conclusioni del Consiglio Accesso alla giustizia – Cogliere l’opportunità della digitalizzazionedel 13 ottobre 2020, nelle quali vengono elaborate specifiche proposte per il rafforzamento delle politiche relative all’accesso effettivo alla giustizia e alla digitalizzazione.

5. Come evidente da una prima lettura dei documenti appena menzionati, tra i più rilevanti fattori che hanno portato al sorgere della necessità di accelerare i tempi della digitalizzazione va certamente annoverata la crisi conseguente alla diffusione della Covid-19.

L’improvviso scoppio della pandemia e le ben note conseguenze da essa derivanti in termini di limitazioni alla mobilità delle persone hanno infatti innescato – utilizzando le parole della Commissione (punto 4 della comunicazione) – una vera e propria ampia varietà di «rischi e sfide» senza precedenti per i sistemi giudiziari nazionali.

In questo senso, tuttavia, occorre anche riconoscere che, inevitabilmente, la crisi ha sollecitato (rectius, imposto) un significativo cambiamento di segno positivo verso l’adozione delle tecnologie digitali nella maggior parte degli Stati membri, i quali hanno così iniziato la lunga strada virtuosa volta al rafforzamento della resilienza dei singoli sistemi giudiziari.

6. Nel solco di simili nuove sfide e cambiamenti che l’UE ed i suoi Stati membri si preparano ad affrontare, si inserisce il menzionato pacchetto di strumenti predisposto dalla Commissione, specificamente rivolto, come detto, a compiere nuovi decisivi progressi in ambito digitale nel settore della giustizia.

Gli strumenti in questione – tra i quali figurano sia misure vincolanti che non vincolanti per gli Stati membri – possono essere classificati e raggruppati come segue: (i) sostegno finanziario agli Stati membri; (ii) iniziative legislative; (iii) strumenti informatici; (iv) promozione di strumenti nazionali di coordinamento e di monitoraggio.

7. Occorre fin da subito precisare che la Commissione, all’interno della comunicazione (punti 1, 3, 3.3, 3.4, 3.6, 4), non manca di sottolineare costantemente come i nuovi strumenti debbano essere sempre attuati nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. Non possono perciò mai venire compromessi, in virtù del – pur necessario – processo di digitalizzazione, il diritto alla protezione dei dati personali, ad un ricorso effettivo e ad un giudice indipendente ed imparziale.

Si tratta, infatti, per evidenti ragioni, di quelli tra i diritti della persona che risultano maggiormente suscettibili di subire compressioni e limitazioni da eventuali riforme digitali della giustizia e che, dunque, richiedono particolari attenzioni e cautele.

8. Ciò premesso, con riferimento ai singoli strumenti presentati nella comunicazione, rileva evidenziare, in primo luogo, che elemento fondamentale per un effettivo ed efficace sviluppo dei sistemi informatici è la piena disponibilità di risorse economiche; pertanto, una strategia globale che possa essere in grado di affrontare le sfide della digitalizzazione deve necessariamente considerare il tema dell’accesso ai finanziamenti.

A tal fine, la scelta della Commissione, esposta nel punto 3.1, è stata quella di adottare un duplice approccio: fornire sostegno finanziario agli Stati membri in modo che possano avviare una trasformazione digitale effettiva e sostenere l’attuazione di nuove iniziative a livello UE.

Sarà pertanto necessario avvalersi di tutti i mezzi disponibili, ricorrendo anche ai nuovi programmi «Giustizia» ed «Europa digitale», al dispositivo per la ripresa e la resilienza nonché a quanto previsto nelle proposte in materia di politica e di coesione per il periodo 2021-2027.

9. Quanto invece alle iniziative legislative della Commissione sul fronte digitalizzazione, meritano qui un particolare riferimento le tre proposte già inserite nel Programma di lavoro della Commissione per il 2021 (Allegato 1, punto 41, Pacchetto sulla cooperazione giudiziaria digitale), la cui adozione è prevista entro la fine del 2021.

La prima, analiticamente descritta nel punto 3.2 della comunicazione, è quella relativa alla digitalizzazione della cooperazione giudiziaria transfrontaliera. Obiettivo di tale proposta è modernizzare ed adeguare, sotto il profilo digitale, gli strumenti di cooperazione giudiziaria civile, commerciale e penale dell’Unione europea, quali, soprattutto, il procedimento europeo per le controversie di modesta entità ed il mandato di arresto europeo.

Accanto a questa vi è poi, nei progetti della Commissione, al punto 3.6, un’importante iniziativa sullo scambio di informazioni digitali nei casi di terrorismo transfrontalieri, che si propone specificamente di aumentare l’efficienza delle attività di scambio di informazioni nel settore della lotta al terrorismo. A tal proposito, si intende rafforzare il ruolo di Eurojust e migliorare ulteriormente il funzionamento del registro antiterrorismo, di recente istituzione.

In ultimo, al medesimo punto della precedente, viene esposta l’innovativa proposta legislativa di regolamento sull’istituzione di una piattaforma collaborativa per le squadre investigative comuni (SIC). La nuova piattaforma, nel disegno della Commissione, dovrà essere accompagnata da uno strumento informatico predisposto ad hoc, necessario per agevolare la condivisione e lo scambio di informazioni e prove tramite banche dati e canali di comunicazione sicuri.

10. Si aggiunga inoltre che, se l’obiettivo cui tende la Commissione è ottenere il più alto grado di digitalizzazione dei sistemi giudiziari, all’interno della comunicazione non poteva certamente mancare anche un riferimento al sempre più rilevante tema dell’intelligenza artificiale (IA).

Difatti, nel punto 3.3, viene ampiamente incoraggiato il ricorso alle applicazioni di intelligenza artificiale, mettendo in luce i numerosi vantaggi connessi al loro utilizzo, tra i quali – ad esempio – la possibilità di utilizzare le informazioni in modi nuovi e più efficaci, di migliorare l’accesso alla giustizia e di diminuire la durata dei processi.

Allo stesso tempo, tuttavia, la Commissione non manca di far emergere anche gli eventuali risvolti negativi che potrebbero discendere dall’uso simili tecnologie, potendo queste, infatti, interferire nel rispetto e nella corretta applicazione dei diritti fondamentali, in particolare quello ad un giudice imparziale ed indipendente. Dunque, proprio in virtù della necessità di garantire il rispetto dei principi dello Stato di diritto e, soprattutto, del diritto ad un equo processo, viene più volte ribadito che il ricorso a strumenti di intelligenza artificiale deve essere limitato, dovendo il processo decisionale delle singole controversie rimanere sempre un’attività prettamente umana.

11. Nel pacchetto proposto dalla Commissione vi è, come anticipato, anche l’intenzione di sviluppare, nel breve e nel medio termine, gli strumenti informatici utilizzati nei diversi Stati membri (punti 3.4 e 3.5). Il fine è quello di ottenere strumenti che siano interoperabili, accessibili, incentrati sugli utenti e basati su dati ma che garantiscano, allo stesso tempo, la tutela della vita privata, la protezione dei dati e la trasparenza.

In particolare, da un lato, l’obiettivo è migliorare gli strumenti di accesso alle informazioni da parte dei cittadini. In tal senso, infatti – pur essendo già utilizzabili gli esistenti strumenti di informazione pubblica quali EUR-Lex ed il portale europeo della giustizia elettronica – è necessario sviluppare ulteriori modalità per accedere a informazioni e documenti personali, per il tramite della (auspicabilmente rapida) creazione, da parte degli Stati membri, di registri e banche dati elettroniche.

Dall’altro lato, la comunicazione mira anche al miglioramento degli strumenti informatici per la cooperazione transfrontaliera, sviluppando ulteriormente il funzionamento di piattaforme quali e-CODEX (principale strumento di cooperazione nei procedimenti transfrontalieri civili, commerciali e penali) ed eEDES (sistema digitale di scambio di prove elettroniche).

12. Infine, nella comunicazione figurano, al punto 3.8, gli strumenti di cooperazione, coordinamento e monitoraggio.

In considerazione del fatto che, come appena descritto, un rilevante numero di strumenti informatici verrà sviluppato nel prossimo futuro, la Commissione ritiene fondamentale garantire coerenza tra i vari strumenti e promuovere una stretta cooperazione tra gli Stati membri e le agenzie GAI dell’Unione; pertanto proseguirà in un’attenta attività di monitoraggio, promuovendo costantemente la cooperazione attraverso nuove iniziative.

In un simile quadro, si intende dunque: (i) includere nuovi dati sulla digitalizzazione all’interno del Quadro di valutazione UE della giustizia a partire dal 2021; (ii) presentare proposte agli Stati membri sulla creazione di una sezione nel portale europeo della giustizia elettronica dedicata alle iniziative nazionali sulla digitalizzazione della giustizia; (iii) organizzare, a partire dal 2021, un forum ministeriale in modalità online sul tema della giustizia digitale; (iv) effettuare un bilancio periodico dei progressi in materia di giustizia digitale.

13. A fini di completezza, merita qui un breve cenno anche il tema della formazione giudiziaria europea, che, insieme a quello della digitalizzazione, rappresenta un pilastro fondamentale del processo di modernizzazione della giustizia nell’UE.

Lo stesso 2 dicembre 2020 è stata infatti pubblicata un’ulteriore comunicazione, intitolata Garantire la giustizia nell’UE – Una strategia europea di formazione giudiziaria per il periodo 2021-2024 , con la quale la Commissione intende dotare giudici, pubblici ministeri e operatori della giustizia in genere dell’arsenale di competenze necessario per affrontare le sfide del XXI secolo, tra le quali spicca, evidentemente, quella della digitalizzazione. La comunicazione mira inoltre a diffondere e promuovere una cultura giudiziaria europea comune, basata sullo Stato di diritto, sui diritti fondamentali e sulla fiducia reciproca.

14. In conclusione, dalla mappatura generale contenuta nel documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato alla comunicazione, emerge chiaramente come vi siano molti settori della giustizia che potrebbero trarre importanti e decisivi benefici dalla digitalizzazione.

Si evince anche, in senso positivo, che molti tra gli Stati membri hanno già efficacemente iniziato ad intraprendere il lungo percorso verso i progressi imposti dall’attuale era digitale. Tuttavia, nonostante ciò e nonostante anche i numerosi sforzi compiuti dell’Unione in tal senso, rimane ancora molto da fare; permane, infatti, la necessità di un radicale cambiamento nei sistemi statali, che possa finalmente portare a sfruttare pienamente gli strumenti digitali moderni, senza mai, in ogni caso, pregiudicare il rispetto dei diritti fondamentali.

15. Pertanto, proprio in considerazione della evidente necessità di ulteriori cambiamenti, a rafforzare le iniziative della Commissione si aggiungono nuovi sforzi delle altre istituzioni dell’UE, che, poco dopo la pubblicazione della comunicazione, hanno assunto rilevanti impegni sul fronte della digitalizzazione.

Si tratta, in particolare, di impegni sottoscritti nella dichiarazione comune del Parlamento, del Consiglio e della Commissione Priorità legislative dell’UE per il 2021 e nelle conclusioni comuni del Parlamento, del Consiglio e della Commissione Priorità e obiettivi strategici per il periodo 2020-2024, entrambi del 10 dicembre 2020.

In tali documenti viene fortemente ribadita l’intenzione di sviluppare nuove soluzioni digitali e di affermare la sovranità digitale dell’Europa. L’obiettivo comune è quello di agevolare e coadiuvare gli Stati membri nell’ambizioso cammino verso una maggiore digitalizzazione; a tal fine, una delle priorità in agenda è quella di definire obiettivi digitali chiari per il 2030, alla cui puntuale realizzazione dovranno congiuntamente lavorare tutte le istituzioni.

 


facebooktwittergoogle_plusmailfacebooktwittergoogle_plusmail