Indipendenza del pubblico ministero e cooperazione internazionale in materia penale nello scenario giuridico europeo

Nel dibattito giuridico europeo si osserva la crescente attenzione dedicata al pubblico ministero nell’ambito dei procedimenti penali transnazionali come testimoniano le pronunce emesse tra il 2019 ed il 2020 dalla Corte di Lussemburgo, intervenuta per chiarire se alcune Procure europee offrano garanzie di indipendenza dal potere esecutivo sufficienti per poter emettere o eseguire un mandato d’arresto europeo. Il problema, in verità, non riguarda solo l’indipendenza esterna dal potere politico, ma anche quella interna, sul piano, cioè, della gestione della fase investigativa e dei poteri decisori che incidono su libertà fondamentali, temi a cui però la Corte di giustizia non ha dedicato attenzione. Il presente contributo, una volta ripercorsa la recente giurisprudenza europea in materia, si focalizza sull’eterogeneità dell’assetto istituzionale degli organi delle magistrature requirenti nazionali e dell’atteggiarsi del rapporto tra gli organi titolari del potere di pubblica accusa e gli organi di indirizzo politico al fine di dimostrare come una tale diversità, soprattutto in assenza di uno “statuto paneuropeo” del pubblico ministero, rappresenti un ostacolo significativo per la cooperazione giudiziaria penale, chiamata oggi a bilanciare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali con la necessità di perseguire il crimine transnazionale.

Per leggere l’articolo completo, clicca Qui

 

In the current European legal scenario, one may observe the growing attention paid to the public prosecutor in the field of transnational criminal proceedings, as shown by some sentences of the European Court of Justice issued between 2019 and 2020, that clarified whether some European prosecutors offer sufficient guarantees of independence from the executive power in order to issue or execute a European arrest warrant. The problem, in truth, does not only concern the external independence from the political power, but also the internal independence, in terms of management of the investigative phase and of the decision-making powers affecting fundamental freedoms, themes to which, however, the Court of Justice did not pay attention. The present contribution, once retracing the recent European jurisprudence on this matter, it focuses on the heterogeneity of the institutional structure of the national prosecuting bodies and on the relationship between the public prosecution and the political bodies across Europe in order to demonstrate how such diversity, especially in the absence of a pan-European “statute of the public prosecutor” , represents a significant obstacle for the criminal judicial cooperation, that nowadays has to balance the protection of fundamental rights and freedoms with the need to prosecute transnational crime.

To read the full article, click Here


facebooktwittergoogle_plusmailfacebooktwittergoogle_plusmail