Due giorni di assoluta mancanza di tutela nel sistema CEDU: l’inquietante interruzione dei lavori della sezione competente per le misure cautelari ex art. 39 Regolamento di procedura

Il 13 maggio in Francia è festa nazionale (si festeggia l’Ascensione), ma quest’anno questo giorno, insieme al successivo 14 maggio, segnerà una profonda ferita nel sistema della Corte europea dei diritti dell’uomo e non potrà che essere ricordato come un giorno di lutto per la tutela dei diritti fondamentali.

Pochi giorni fa (il 10 maggio), infatti, è stato pubblicato sul sito della Corte EDU il seguente avviso: «Exceptionally, the Court will be closed on 13 and 14 May 2021, and no duty team will be available to deal with requests for interim measures (Rule 39 of the Rules of Court)» (v. link alla home page della Corte e pdf allegato). In poche parole, la Corte annuncia che rimarrà chiusa non solo nel giorno di festa nazionale, ma anche in quello successivo (facendo il c.d. ponte) e che in questi due giorni non ci sarà il team competente a ricevere le richieste di misure cautelari ex art. 39 del Regolamento di procedura della Corte. Si tratta di una circostanza di eccezionale gravità, passata sotto silenzio, ma che è doveroso denunciare. Per due giorni, infatti, non sarà garantita la ricezione delle richieste di misure cautelari, che tradizionalmente rappresentano l’estrema possibilità di salvezza per i ricorrenti a rischio di gravi violazioni dei diritti fondamentali. Una sorta di “pronto soccorso” dei diritti umani, per così dire, che, tuttavia, rimarrà chiuso, non operativo.

Il ricorso a misure provvisorie si è in molti casi dimostrato di cruciale importanza. Si pensi alla recente decisione di misura ex art. 39 nel caso Navalny, nell’ambito del quale la Corte EDU ha adottato diverse decisioni cautelari (il 21 agosto 2020 e il 17 febbraio 2021) intervenendo a tutela della vita dell’oppositore politico russo.

Si pensi ai casi in cui la Corte EDU ha sospeso la decisione di interrompere trattamenti di sostegno vitale (i casi Charlie Gard e Vincent Lambert, anche se poi tali decisioni sono state ribaltate nel merito).

Si pensi ai numerosi casi di sospensione di provvedimenti illegittimi di estradizione o espulsione di stranieri, grazie al tempestivo intervento della Corte EDU.

Ebbene, qualora vi fossero casi di questo tipo, ove è in gioco non solo la tutela dei diritti fondamentali, ma la stessa vita delle persone, durante il 13 ed il 14 maggio, non ci sarà il team competente a ricevere le eventuali richieste di intervento cautelare o a portare avanti quelle già arrivate alla Corte e in corso di esame. Ciò appare ancora più sorprendente se si considera che tale sezione opera normalmente anche in giorni festivi, come il Natale. Nemmeno la pandemia da Covid-19, in tutta la dirompente forza della sua “prima ondata”, aveva fermato il lavoro della Corte con riguardo alle richieste ex art. 39 (cfr. il comunicato stampa del 16 marzo 2020, il quale chiarisce che le urgenti e necessarie misure di riorganizzazione del lavoro della Corte, in seguito al lockdown disposto dal governo francese, non avrebbero comunque intaccato “the examination of urgent requests for interim measures under Rule 39 of the Rules of Court”. Nello stesso senso, v. anche i comunicati stampa del 27 marzo e 9 aprile 2020. V. anche la segnalazione su questa Rivista).

Ancora più inquietante è il fatto che la Corte annunci tale “vuoto” di tutela con ben tre giorni di anticipo: è evidente che, venendo a conoscenza della situazione, alcuni governi potrebbero “sfruttare” questa finestra di lacuna temporale a proprio favore, senza preoccupazione per eventuali misure della Corte EDU. Il comunicato è davvero scarno: si limita alle due righe sopra riportate, dando conto della sospensione delle attività di tutela, che si verificherà “exceptionally” (“à titre exceptionnel”, nella versione francese del testo). Nulla di più viene chiarito.

L’auspicio è di aver mal interpretato tale comunicazione e che la sospensione dei lavori del “duty team” non comporti la temuta lacuna di tutela. Se così fosse, si tratterebbe di un vulnus senza precedenti che non potrà che minare alle fondamenta la credibilità dello stesso sistema.


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