DIRITTO DELLA COOPERAZIONE GIUDIZIARIA EUROPEA IN MATERIA PENALE (crediti 6) [secondo semestre]
Prof. Chiara Amalfitano
Dipartimento di diritto pubblico italiano e sovranazionale

L’insegnamento si propone di fornire una conoscenza approfondita di un settore del diritto dell’Unione europea ormai divenuto centrale per l’approfondimento del processo di integrazione, espressione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, di cui, oggi, al titolo V della parte III del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).

Si tratta della cooperazione giudiziaria penale, istituzionalizzata dal trattato di Maastricht nell’allora c.d. terzo pilastro dell’Unione europea, e poi “comunitarizzata” dal trattato di Lisbona, che ha introdotto rilevanti innovazioni, innanzitutto codificando il principio del riconoscimento reciproco delle decisioni penali adottate dalle autorità giudiziarie degli Stati membri.

L’attenzione sarà focalizzata sui meccanismi di cooperazione giudiziaria penale che trovano base giuridica nell’art. 82 TFUE, con particolare riguardo proprio allo strumento del riconoscimento reciproco delle decisioni penali e alle modalità di risoluzione dei conflitti di giurisdizione, nonché a quello del ravvicinamento delle legislazioni processuali nazionali, specie mediante la predisposizione di norme minime inerenti i diritti della persona. Ci si concentrerà, quindi, sulle forme di cooperazione di cui all’art. 83 TFUE, ovvero sul ravvicinamento delle legislazioni penali sotto il profilo sostanziale, anche con riguardo alle possibilità offerte, a seguito delle modifiche apportate a Lisbona, dal § 2 di tale disposizione, che legittima l’adozione – da parte delle istituzioni – di norme minime in tema di elementi costitutivi di reati e sanzioni, per rendere effettiva una qualsiasi politica dell’Unione che sia stata oggetto di armonizzazione. Infine, si esamineranno luci e ombre del processo istitutivo della Procura europea, in attuazione della previsione di cui all’art. 86 TFUE.

Lo scopo del corso è quello di rilevare la stretta correlazione che esiste tra il rafforzamento di tali forme di cooperazione e la libera circolazione delle persone nel menzionato spazio di libertà, sicurezza e giustizia, correlazione che ha contribuito e contribuisce allo sviluppo del processo di integrazione europea.

G. De Amicis, Il principio del ne bis in idem europeo nel contesto della cooperazione giudiziaria: primi orientamenti della Corte di giustizia, in Giur. merito, 2009, p. 3177 ss.;
C. Amalfitano, Unione europea e garanzie processuali: il diritto all’interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali, in Studi sull’integrazione europea, 2011, p. 83 ss.;
C. Amalfitano, L’azione dell’Unione europea per la tutela delle vittime di reato, in Dir. Un. eur., 2011, p. 643 ss.;
G. De Amicis, Primi orientamenti della Corte di giustizia sul mandato d’arresto europeo: verso una nomofilachia “eurounitaria”?, in Dir. pen. processo, n. 8/2011, p. 1021 ss.;
S. Ciampi, La direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul diritto all’informazione nei procedimenti penali, consultabile online sul sito di Diritto penale contemporaneo, 27 giugno 2012;
G. De Amicis, La prevenzione dei conflitti tra giurisdizioni e il trasferimento del processo, in L. KALB (a cura di), «Spazio europeo di giustizia» e procedimento penale italiano, Torino, 2012, p. 277ss.;
C. Amalfitano, Commenti agli artt. 82-83 TFUE, in A. Tizzano (a cura di), Fonti del diritto – Trattati dell’Unione europea, in corso di pubblicazione, Milano, 2013.

Altri testi e materiali di studio verranno indicati durante le lezioni.
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